Babele Trips: i misteriosi ritratti del Fayyum
- Mattia Lisa
- 11 mag 2022
- Tempo di lettura: 2 min
In occasione del tredicesimo Babele Trips voliamo in Egitto, in una pseudo-oasi a circa 130km da Il Cairo, alla scoperta dei ritratti del Fayyum, un unicum nella RITRATTISTICA funebre egiziana.

DI: SOFIA CIATTI
Se pensiamo alle mummie egizie, ci viene subito in mente il classico corpo ben conservato, all’interno di un sarcofago, secondo i loro riti religiosi.
Il volto scolpito sul sarcofago, solitamente, non rappresenta i tratti somatici reali del defunto.
C’è però un’eccezione: i ritratti del Fayyum: 600 dipinti funebri, realizzati tra il I secolo a.C. e il III secolo, che ricoprivano i volti di alcune mummie egizie.
La caratteristica principale dei dipinti in questione è il forte realismo che li contraddistingue, inusuale per la tradizione egizia.
Ma perché nella regione del Fayyum si sviluppò una concezione d’arte simile? Nell’età tolemaica, il Fayyum era popolato principalmente da coloni greci; oltre ai greci, vi erano naturalmente gli egizi. Anche dopo la conquista della regione da parte dei romani, la popolazione era composta in maggioranza da egizi ellenizzati. I ritratti del Fayyum, quindi, non sono altro che i volti dei discendenti dei primi coloni greci che sposarono donne egizie. Possiamo perciò affermare che la ritrattistica del Fayyum sia la commistione tra le usanze egizie (la mummificazione) e quelle greco-romane (il realismo della pittura).
Non è un caso che la diffusione dei ritratti del Fayyum coincida proprio con la dominazione romana sull’Egitto.
LA TECNICA DI REALIZZAZIONE
E, per ricollegarci alla puntata relativa ai colori e alle tempere, spendiamo qualche parola sulla tecnica di realizzazione di questi ritratti. Essi possono essere suddivisi in due gruppi a seconda della tecnica utilizzata (encausto o tempera a base di uovo). Generalmente, le opere più pregevoli appartengono al primo gruppo: l'encausto, infatti, riusciva a rendere i colori molto più vividi, creando così un forte effetto “impressionistico”. In alcuni casi, venivano impiegate delle foglie d’oro.
Poi, ciascuna tavola veniva applicata al volto del defunto raffiguratovi, inserendola tra le bende.
CHI ERANO GLI UOMINI E LE DONNE DEL FAYYUM?
Erano perlopiù uomini e donne che non avevano superato i 35 anni di età, a parte rarissime eccezioni. Sono stati rinvenuti anche ritratti di bambini.
La classe sociale di queste persone era sicuramente elevata, poiché realizzare una maschera funebre con ritratto era molto costosa e non alla portata di tutti.
DOVE SONO CONSERVATI I VOLTI DEL FAYYUM?
Sebbene oggi la gran parte dei ritratti sia stata asportata dalla mummia, al Museo Egizio del Cairo e al British Museum è possibile ammirare alcune mummie con la tavola ancora applicata.
Attualmente, i ritratti del Fayyum si possono ammirare nei maggiori musei del mondo; oltre che nei già citati, nel Royal Museum of Scotland, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Louvre di Parigi, il museo Museo Puškin delle belle arti a Mosca, la Pinacoteca di Brera di Milano nonché il museo egizio di Torino e quello di Firenze. Se ne trovano anche al Landesmuseum Württemberg a Stoccarda, in Germania.
PREZZI&CO.
Parlando ora di viaggi, se desiderate ammirare i volti del Fayyum al museo del Cairo, i voli costicchiano perché, per i diretti, siamo sui 200/300 euro a persona A/R.
Per quanto riguarda gli hotel, abbiamo ipotizzato un weekend lungo a fine maggio da giovedì a lunedì e i prezzi sono fattibili. Ci sono strutture molto carine con un costo inferiore ai 100 euro (per due persone) e per tutte e quattro le notti..
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