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Babele Tunes 13: Dada Sutra, Big Boy e la violenza di genere nella società odierna

  • Immagine del redattore: Mattia Lisa
    Mattia Lisa
  • 18 giu 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

“Mutant and genre-fluid musical activity”: così definisce sui social la propria attività musicale Caterina Dolci, ex Sandra Vesely e in arte Dada Sutra. In occasione di questo tredicesimo Babele Tunes, abbiamo chiacchierato con lei per conoscere uno dei progetti più visionari dell’underground milanese.


Dada Sutra Babele Tunes
Credits: TRAKS

Di: Sofia Ciatti


Dada Sutra è un progetto con base nell’underground milanese. Guidato dalla bassista e cantante Caterina Dolci, coinvolge anche il pianista Vincenzo Parisi, il batterista e produttore Giacomo Carlone e il percussionista Lorenzo D'Erasmo. L’EP di debutto, composto di quattro brani e uscito questo mese, unisce sonorità post-punk ad atmosfere oniriche e contestualmente distopiche. Da PJ Harvey a Nick Cave, dalla musica mediorientale, al minimalismo americano, fino all'industrial tedesca. Caterina Dolci, alla testa del progetto musicale, ha curato anche le grafiche e la dimensione dell’immagine dell’EP: dunque non solo musica, ma anche arte. Lo testimoniano i live eclettici di Dada Sutra: brani in inglese e in italiano, poesia nordafricana, merchandise fai-da-te, canti sciamanici. Queste performance hanno calcato i palchi più importanti del contesto milanese, tra cui Mare Culturale Urbano, Ohibò, Cox18. Sono stati definiti dalla critica “ipnotici”, “un pugno nello stomaco”, “uno dei progetti più interessanti dell'underground milanese”.


Il singolo funge da apripista tanto del progetto Dada Sutra quanto del primo EP e si intitola “Big Boy”. Pubblicato il 25 febbraio scorso, è un brano ossessivo e disturbante, come viene definito da Caterina.

Big Boy è la caricatura di uno stupratore. Si tratta di una violenza sessuale che è insinuata, non dichiarata. Possiamo averla subita oppure no, ma è comunque onnipresente nella cultura in cui viviamo, legata alle stesse idee che abbiamo di maschile e femminile.

L'immagine della violenza sessuale in qualche forma è stata presente, da subito, anche nella parte strettamente musicale della canzone. Infatti essa è nata da un'improvvisazione insieme al pianista e compositore Vincenzo Parisi. Il titolo provvisorio, quando ancora non aveva un testo, era “Buonanotte, Miss Greenlee”, in riferimento a una famosa necrofila che operò negli Stati Uniti.




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