Babele siamo noi 4x13 - gli stereotipi
- Mattia Lisa
- 6 mag 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Gli italiani mangiano solo pasta e pizza, sono mammoni e pigri, non parlano le lingue straniere. Ma… chi l’ha detto? Mica siamo tutti così!

DI: Nicoletta Totaro
Si tende spesso ad associare la nozione di stereotipo a qualcosa di negativo. In realtà, stereotipo e pregiudizio non sono sinonimi. Mentre quest’ultimo fa riferimento alla valutazione negativa di un gruppo; per 'stereotipo' si intende l’insieme di convenzioni che abbiamo sulle caratteristiche di un determinato gruppo.
Nella tredicesima puntata della quarta stagione di Babele Siamo Noi abbiamo affrontato GLI STEREOTIPI, sia da un punto di vista positivo che negativo.
Definizione
Nel 1969 lo psicologo polacco Henri Tajfei (1919-1982) definì gli stereotipi come un processo di categorizzazione che gli individui adottano per ordinare e semplificare la complessa realtà in cui sono immersi. Persone, oggetti ed eventi vengono, dunque, organizzati in categorie secondo un meccanismo cognitivo.
Nello specifico, gli stereotipi sociali rappresentano l’immagine semplificata di una certa categoriale sociale, definendone le caratteristiche distintive e gli attributi specifici (anche di tipo psicologico o attinenti a qualità morali e a giudizi di valore) che vengono assegnati in automatico a un certo soggetto dal momento in cui viene riconosciuto come appartenente a un gruppo piuttosto che a un altro.
Grazie al processo di categorizzazione, gli individui estendono indifferenziatamente tali caratteristiche a tutti i membri di un determinato gruppo sociale.
Tuttavia, la riduzione delle informazioni provenienti dall’ambiente circostante produce inevitabilmente la perdita di quei dettagli che tante volte sono capaci di fare la differenza nella valutazione delle cose.
Fin dai primi anni di vita i bambini apprendono stereotipi legati ad alcune categorie sociali, che possono generare anche giudizi di valore negativo.
Come giustificate, per esempio, la paura verso “l’uomo nero”? Sicuramente, per farvi addormentare da piccoli la mamma vi avrà cantato una filastrocca che ormai sarà incancellabile nella vostra memoria:
Ninna nanna ninna oh, Questo bimbo a chi lo do? Lo darò alla Befana che lo tiene una settimana, lo darò all'uomo nero che lo tiene un anno intero, lo darò alla sua mamma che gli canta una ninna nanna.
Si possono abbattere gli stereotipi?
In questo meccanismo cognitivo che utilizziamo per semplificare la realtà, può succedere di incappare in quella che viene definita “correlazione illusoria” tra l’appartenenza a una certa categoria sociale e il possedere determinate caratteristiche psichiche o fisiche. Acquisite alcune convinzioni, rischiamo di assumere un atteggiamento preconcetto nei confronti degli altri e avere giudizi negativi che possono degenerare anche in aperta discriminazione e, in alcuni casi, in violente persecuzioni.
Non tutto è perduto! Ci sono diversi modi per abbattere gli stereotipi.
Innanzitutto, deve esserci da parte nostra la volontà di entrare in contatto con il soggetto o l’oggetto in questione. Quindi, alla base dobbiamo compiere un lavoro cognitivo individuale che analizzi tutte le informazioni difformi alle nostre credenze. Solo realizzando una sorta di revisione di queste ultime, saremo in grado di mettere in discussione uno stereotipo e, successivamente, farne una nuova interpretazione.
Il cambiamento di idea può avvenire
Gradualmente, ossia nel tempo si acquisiscono tante informazioni che contraddicono le convinzioni iniziali;
Immediatamente, attraverso un brusco e incisivo impatto con forti elementi di discordanza;
Attraverso la creazione di sottocategorie, ovvero lo stereotipo conserva la propria validità, ma vi sono delle eccezioni.
Gli stereotipi: tra letteratura e cinematografia
Gli stereotipi sono una presenza costante nella letteratura e nella cinematografia. Spesso vengono utilizzati come strumento per semplificare la narrazione e aiutare il lettore/lo spettatore a comprendere rapidamente un personaggio.
Nelle fiabe, così come nei cartoni Disney, personaggi, situazioni e azioni si ripetono.
Come osservò il russo Vladimir Propp, dallo studio di circa 150 fiabe russe ne ricavò 31 funzioni per le situazioni e le azioni, 7 ruoli fissi per i personaggi (eroe, premio, aiutante, mandante, antagonista, donatore, falso eroe).

Di stereotipi femminili, poi, ne potremmo parlare all’infinito. Molto interessante è il percorso tracciato da Annarita De Rosa in un articolo pubblicato su Superuovo sul come è dipinta la donna nei grandi classici. Insomma, da Didone dell’Eneide agli young adult contemporanei, il posto occupato dalle figure femminili è quello emotivo.
Ma negli ultimi decenni qualcosa sta cambiando! Pensiamo alla differenza di rappresentazione della donna tra Cenerentola del 1950 e Ribelle the brave del 2012.
La letteratura e la cinematografia, poi, svelano un’altra metodologia per affrontare e abbattere lo steoreotipo: l’ironia.
Per esempio, nel 2016 Davide Calì e Raphaëlle Barbanègr hanno pubblicato il libro “Biancaneve e i 77 nani”. Qui, la principessa per sfuggire alla strega malvagia scappa nel bosco e trova rifugio nella casetta dei 77 nani. In cambio dell’ospitalità i nani le chiedono di occuparsi della casa e della cucina. Ma Biancaneve, esausta per il carico di lavoro, va a cercare di sua sponte la strega cattiva e le chiede non una ma ben due mele, per essere sicura di fare un bel sonno tranquilla, senza nani né principi a disturbarla.
Scrittori e registi possono scegliere di rappresentare i personaggi in modi che sfidano gli stereotipi tradizionali, come mostrando personaggi femminili forti e indipendenti o uomini afroamericani di successo.
Leggi anchE:
Gli stereotipi sono necessari nella semplificazione della realtà, eppure possono essere molto pericolosi.
Come potrete immaginare esistono anche per gli studenti universitari. Nel 2018 il Milanese Imbruttito ha intitolato un articolo “Dimmi che università fai e ti dirò chi sei: il bestiario degli universitari milanesi”. Il Bocconiano? Ricco snob. Lo Statalino? “mangia pane, meritocrazia e statalismo”. Il Cattolichino? “prega costantemente che non gli venga rinfacciato il fatto di non essere riuscito a entrare in Bocconi e di aver dovuto, quindi, ripiegare nelle Sacre Scritture delle facoltà umanistiche”.
… siamo sicuri che voi avete in mente altre caratteristiche ...
In questo episodio, Gabriele e Nicoletta hanno posto in rilievo tante altre questioni legate agli stereotipi. Siete curiosi? L’episodio è ora disponibile. Ascoltaci!
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