Il giro del mondo in 80 libri: "D'amore e ombra", Isabel Allende
- Mattia Lisa
- 26 ago 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 mag 2023
Inizia dal Cile della Allende la nostra nuova rubrica letteraria in cui gireremo il globo con la mente attraverso la letteratura.
Di: Ester Belladelli
All’inizio dell’anno scorso mi sono ripromessa di porre particolare attenzione alle mie scelte di lettura e di cercare quanto più possibile di fare un vero e proprio “giro del mondo” su carta. Viaggiare, che già prima della pandemia era un privilegio, era diventato ancora più difficile, per sempre più persone. Per questo, per non smettere di incontrare nuove culture, nuovi luoghi e nuove storie ho deciso di viaggiare con la mente.
Questa rubrica nasce infatti con questo stesso scopo. Anche se ora le frontiere si stanno aprendo di nuovo ai turisti e la possibilità di viaggiare sta tornando, per chi ne ha l’occasione e i mezzi, noi vogliamo darvi modo di farlo anche dalla comodità della vostra casa con i nostri suggerimenti.
La prima tappa di questo viaggio è il Cile. Iniziamo con la voce di una donna, forse una delle più famose del paese, sebbene costretta come molti altri a lasciarlo.
"D’Amore e Ombra", romanzo del 1984 di Isabel Allende narra la storia dei due protagonisti, Irene e Francisco, una giornalista e un fotografo, impegnati in un’intricata indagine riguardante una ragazza di nome Evangelina. Sullo sfondo la dittatura di Augusto Pinochet.
Questo libro, tuttavia, non è solo un romanzo.
Scritta mentre l’autrice si trovava in esilio in Venezuela, quest’opera è tante cose.
È, come suggerisce il titolo, un’avvincente storia d’amore tra due giovani con la vita davanti. È un’ode alla libertà.
Inoltre, è una storia d’amore anche per il proprio paese, le vie in cui si cresce, la natura rigogliosa. Spinge infatti anche ad una riflessione forte sullo spostarsi in sé e al privilegio che comporta. Chi è abituato a poter lasciare il proprio paese volontariamente, per cercare esperienze di crescita e arricchimento all’estero, sempre con la certezza di poter tornare a casa, si trova qui davanti ad una descrizione della malinconia, della frustrazione di essere invece costretti ad andarsene, senza sapere se mai si potrà tornare.
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Ma questo libro è anche altro. Questo libro è anche la dittatura di Pinochet in Cile, e le sue indicibili crudeltà, raccontate attraverso gli occhi di persone diverse, con provenienze e punti di vista diversi che, inevitabilmente, la vedono con occhi diversi e le danno pesi altrettanto differenti.
È una spinta a riflettere anche su questo, e a immedesimarsi. Infatti, per quanto possiamo pensare che avremmo il coraggio di resistere, di opporci alle limitazioni e alla crudeltà di un regime totalitario in nome della libertà, se ci trovassimo in una tale situazione, la verità è che non possiamo davvero averne la certezza, avendo la fortuna di non viverlo, perché può fare paura e i rischi indubbiamente sono molti.
Non è un libro particolarmente lungo, circa 250 pagine, ma in questo breve spazio Irene e Francisco crescono tanto, e noi con loro. Si spingono oltre ogni limite a cui erano abituati, stupendo noi e soprattutto loro stessi.
È un inno al coraggio, ma non sottace gli sforzi e i sacrifici che questo comporta.
È la storia di un paese che l’autrice conosce bene, che lei stessa ha amato e lasciato. Inoltre, nonostante gli avvenimenti siano raramente positivi, in particolare visto il contesto storico, è anche un libro fa innamorare del Cile, e dell'America Latina, grazie ad alcune descrizioni veramente emozionanti. Leggetelo.
“Vasto e prodigioso continente dove il progresso arrivava con secoli di ritardo; terra di uragani, di terremoti, di fiumi vasti come mari, di foreste così fitte che non vi penetra la luce del sole [...] Una sgangherata geografia dove si nasce con una stella in fronte, segno del meraviglioso, regione incantata di tremende cordigliere dove l'aria è sottile come un velo, di deserti assolati, di ombrosi boschi e di serene vallate.”
- Da "D'amore e ombra", Isabel Allende
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