"Io amo il capitale", solo una delle provocazioni nell'ultimo singolo di Francesco Sacco
- Mattia Lisa
- 29 apr 2022
- Tempo di lettura: 3 min
In Kabul, Francesco Sacco, giovane artista E cantautore milanese, canta l'ironia POP di una società ipocrita, tra estremismi, difficoltà e geopolitica.

Credit e foto: Lucrezia Testa Iannilli
Di: Sara Cantaluppi
Qualche sera fa ho chiacchierato con Francesco Sacco, giovane cantautore milanese, con una grande personalità e tanta esperienza. Il suo progetto solista inizia nel 2020, dopo un periodo di raccoglimento e di stasi, pubblicando La voce umana, il suo album di debutto. Prima si occupava già di musica: era, infatti, un autore ed un produttore di dischi e di colonne sonore per spettacoli teatrali e brand di moda. Il suo primo lavoro ha tanta introspezione e voglia di indagare se stessi e la propria sfera emotiva. Ma il fulcro centrale dell'intervista è stata la sua Kabul, uscita il 22 aprile, e che precede l'album in uscita a maggio.
Kabul, presentata al Plastic di Milano, è stata scritta ad agosto 2021, durante la presa dell'Afghanistan da parte dei talebani. Il brano nasce da un senso di impotenza di fronte alle condizioni di vita in cui gli afghani si sono ritrovati a vivere. Ancora di più nasce dalla rabbia. Questa emozione di Francesco scaturita dalla consapevolezza che spesso è proprio l’Occidente a favorire l'instabilità politica nei Paesi esteri. Potrebbe sembrare una polemica sterile, ma lui ci tiene a precisare:
Io non voglio dare soluzioni. Mi piace solamente l'idea di punzecchiare, soprattutto chi ascolta.
LEGGI ANCHE:
La copertina del brano è senza dubbio particolare ed innovativa. Ciò che si vede sono tre elementi: Francesco, una camicia ed un cavallo. Ha ammesso quanto sia stato difficile realizzare le copertine, soprattutto perché il cavallo bianco non era domato. Gli scatti sono tutti spontanei proprio per via del comportamento imprevedibile dell'animale. Le foto hanno, inoltre, una vibe apocalittica e non si capisce bene in che epoca siano effettivamente ambientate. La scelta del cavallo non è casuale. Esso è sempre stato un punto importante dell’economia di popoli meno industrializzati, come anche dell'Afghanistan. In Kabul nulla è lasciato al caso.

Credit e foto: Lucrezia Testa Iannilli
Ma nel brano c'è anche un altro tipo di malessere: il mercato musicale crea tanti cloni. Tutto ciò è dovuto alla mera ricerca di profitto. Nel mondo dell'arte se non si dice qualcosa di funzionale al mercato non si vende e, non vendendo, non si esiste. Oggi, purtroppo, anche artisti molto piccoli stanno imparando a scrivere alla luce di questo cambiamento. Una scrittura quindi automatica e che mira solamente al piazzamento nelle playlist e ai guadagni.
IL NUOVO ALBUM, IN USCITA A MAGGIO
Siccome il suo primo album indagava molto l'individualità del singolo, mi è subito sorta una domanda. Quali tematiche affronta, allora, il nuovo disco? E la riposta è subito data: parla di tante tematiche esterne che comunque influenzano l'animo umano. In particolare Francesco fa riferimento: alla politica, alla critica sociale e alla sua sfera emotiva in rapporto a ciò che c’è fuori. E per quanto riguarda il sound, il cantautore milanese mi ha confidato:
È più barocco, più granitico: non l’ho scritto in un periodo di quiete e tranquillità. Piuttosto l’ho scritto in tour con tanti stimoli intorno e, di conseguenza, il risultato abbastanza è abbastanza diverso.
Francesco ci ha voluto accennare qualche altra piccola curiosità sull'album in uscita a maggio, e di cui, per ora, non conosciamo ancora il titolo. È un album molto vario. Ha sicuramente dei pezzi molto spinti come Kabul, con una cassa molto presente. Ma ha anche episodi intimi e notturni. Rispetto a La voce umana, qui c’è un po' di autotune e qualche strumento contemporaneo accostato a dei chitarroni un po’ western. E a rendere ancora più interessante il tutto, sono presenti anche tanti pezzi con alcune citazioni alla linea melodica di Bach.
Il tutto è tenuto insieme da un punto di vista tematico dal fatto che sia un disco rivolto all’esterno, all'esperienza emotiva di ciò che gli succede attorno. Inoltre Francesco aggiunge anche che è stato pensato come un'ideale prima parte di un lavoro più ampio, a cui sta già lavorando. E poi, per non farci mancare nulla, c’è anche qualche citazione ad autori esoterici.
E per concludere abbiamo parlato della presentazione del brano, avvenuto al Plastic, famoso e storico locale di Milano. Per Francesco è stato il primo evento a capienza massima, e c'erano circa 600 persone. Ha scelto questa location per il suo lancio perché è molto legato al locale.
Lo frequentavo quando mi sono trasferito a Milano per l'università, ovvero tra il 2014 ed il 2016. Ricordo che c’era il venerdì del Plastic, dove andavano gli alternativi.
Inoltre gli piaceva molto l'idea di lanciarlo dove la gente potesse ballare. Avevamo tutti bisogno di fare festa sotto cassa e di bere qualche birra insieme. E il lancio di Kabul è stato un grande assaggio di vita quotidiana.
Comments